giovedì 20 gennaio 2011

Chi ha paura del dragone?

"Da anni si ipotizza che il prossimo conflitto mondiale,(molti ne sono certi), vedrà il confronto tra Cina e USA, le due superpotenze di questo secolo (la prima in ascesa, la seconda in declino), da anni ormai esce un videogames molto famoso Fallout che ipotizza questa tragica cosa nel 2077.Una guerra per le risorse, non ideologica. Un confronto già in atto per l'energia, dove la Cina ha raggiunto il primato mondiale dei consumi e da due anni è il primo importatore di petrolio dall'Arabia Saudita, superando gli Stati Uniti.
Lo yuan, (la valuta cinese) e il dollaro sono destinati a una inevitabile guerra monetaria a livello mondiale. Il valore dello yuan è per ora mantenuto basso in modo artificiale dal governo cinese per aumentare le esportazioni. Una manovra contestata dall'Occidente e che ha portato il deficit commerciale statunitense verso la Cina a 250 miliardi di dollari nel 2010. In futuro si passerà probabilmente dai petroldollari ai petrolyuan. La Cina è la prima nazione detentrice di titoli pubblici americani con 895,6 miliardi di dollari. Se li vendesse l'economia a stelle e strisce crollerebbe, per ora non le conviene per via delle esportazioni, ma il futuro è incerto per la richiesta di un nuovo protezionismo da parte delle aziende americane. Lo shopping cinese del debito pubblico, e quindi delle sovranità nazionali, avviene anche in Europa. La Cina detiene 630 miliardi di euro di titoli UE e continua ad acquistare come è avvenuto la scorsa settimana in Portogallo. A Bruxelles la Cina è la vera banca europea.
Il presidente cinese Hu Jintao è stato definito da Forbes l'uomo più potente del mondo. La diminuzione delle risorse agricole e l'aumento della popolazione ha creato un nuovo colonialismo: quello agricolo. Si conquistano immensi terreni in Sudamerica e in Africa con la valuta al posto delle armi. In prima fila c'è sempre la Cina. Le basi americane circondano la Cina nel Pacifico con una doppia linea dal Giappone alle Filippine, da Guam a Okinawa. La Cina importa l'80% del petrolio attraverso lo stretto di Malacca. Il predominio navale nel Pacifico è fondamentale per la sua esistenza, ma sui mari comandano gli Stati Uniti. Gli investimenti cinesi nelle armi hanno avuto una forte accelerazione negli ultimi anni. La Cina è ancora lontana dal gigantesco apparato militare USA che conta, ad esempio, 11 portaerei verso nessuna cinese, 900 aerei da combattimento vs 290 e 56 cacciatorpedinieri vs 28. Il tempo è dalla parte della Cina se non viene interrotta prima la sua espansione militare e economica. In Italia abbiamo mediato al nascente conflitto alla nostra maniera, realizzando una fusione, un sincretismo internazionale. Basi americane ovunque e nuove aziende cinesi che si moltiplicano come i funghi dalla ristorazione alla moda, in Veneto un'azienda su quattro del settore è cinese e una base militare su due è statunitense".

fonte: http://www.beppegrillo.it/

"Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre". Alber Einstein

domenica 9 gennaio 2011

I problemi irrisolti del nucleare

Sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a 21 anni dal terribile incidente di Chernobyl, non esistono le garanzie necessarie per l’eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva.

Non esistono soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività delle centrali o dal loro decomissioning. Le circa 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino ad oggi nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivo, stoccati in depositi “temporanei” o lasciati negli stessi impianti dove sono stati generati.

Oltre al problema legato alla sistemazione definitiva delle scorie, esiste anche la necessità di rendere inutilizzabile il materiale fissile di scarto per la possibile costruzione di bombe, a maggior ragione in uno scenario mondiale in cui il terrorismo globale è una minaccia attualissima. Gli
impianti nucleari attivi se da una parte possono diventare obiettivi sensibili per i terroristi, dall’altra producono scorie dal cui trattamento viene estratto il plutonio, materia prima per la costruzione di armi a testata nucleare. Nell’attuale quadro mondiale si corre il forte rischio che ci possano essere Paesi che vogliano sfuggire al controllo della comunità internazionale - come nel caso dell’Iran -, che potrebbero utilizzare il nucleare civile come grimaldello per dotarsi di armamenti nucleari.

Occorre poi fare i conti con le riserve di U235 (l’uranio fissile altamente radioattivo che, al ritmo di consumo attuale, è disponibile solo per qualche decennio - se la richiesta crescesse, si potrebbe riproporre una situazione del tutto simile a quella delle “guerre per il petrolio”) e con i tempi di realizzazione delle centrali. Per realizzare una nuova centrale nucleare occorrono almeno 10 anni, senza considerare le inevitabili proteste delle popolazioni eventualmente interessate dall’insediamento. Se non si riesce a realizzare la tecnologia dei cosiddetti reattori autofertilizzanti (finora tutti i prototipi - come nel caso del SuperPhoenix - sono stati un fallimento), un Paese come il nostro, che deve ripartire da zero visto che ha fortunatamente abbandonato la produzione elettrica da nucleare, metterebbe in campo ingentissime risorse per una tecnologia che usa una fonte naturale - l’uranio - in via di esaurimento e che potrebbe usare per pochissime decine di anni, creando tra l’altro immensi problemi e per millenni per le generazioni future, con le scorie altamente radioattive.


sabato 8 gennaio 2011

Severn Suzuki, (Nazioni Unite 1992).


Ed era solo il 1992, pensare che sono cambiate poche cose. Gli animali si estinguono, gli uomini muoiono di fame, la povertà aumenta e dall'altra parte, avviene tutto al contrario. It's a very, very mad world, mad world....

giovedì 6 gennaio 2011

Really Achieving Your Childhood Dreams

Randy Pausch ha tenuto la sua ultima lezione pubblica, la "Last Lecture" intitolata "Realizzate i Vostri Sogni d'Infanzia" ("Really Achieving Your Childhood Dreams"), presso la Carnegie Mellon University il 18 settembre 2007. Pausch ha tenuto la sua "Last Lecture" in seguito ad una serie di lezioni in cui prestigiosi accademici hanno dibattuto sul tema di un ipotetico "esposto finale" sulla base della precisa domanda "quale massima provereste a comunicare al mondo se sapeste di avere un'ultima possibilità di farlo?".

Discorso dello schiavo


‎"La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che nn ci servono...siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rockstar... ma nn è cosi, e lentamene lo stiamo imparando , e ne abbiamo veramente le palle piene".