sabato 19 settembre 2009

Cara Amica Ape...

"All’inizio sembrava una di quelle notizie “millenariste”, “catastrofiste”, una di quelle cose insomma che vanno di moda da Kyoto in poi e che in fondo lasciano il tempo che trovano…oggi possiamo dirlo le api stanno morendo. Muoiono in tutto il mondo. Con percentuali diverse, probabilmente per cause e concause diverse tra loro, ma stanno proprio morendo. E’ un dato di fatto, è una orrenda certezza statistica. E, purtroppo, non è nemmeno più una novità: succede da anni, costantemente, senza margini d’errore".

In Italia, secondo le stime riferite dall’Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat), il numero degli insetti si è dimezzato. In un anno. Una cifra enorme con rischi gravi per i delicati equilibri dell'ecosistema e per il ciclo naturale, con danni economici stimati in 250 milioni di euro. Il disastro interessa tutta l'Europa, con una perdita tra il 30% e il 50% del patrimonio di api; ed è ancora più grave negli Stati Uniti, con punte anche del 60-70% in alcune aree per il fenomeno da spopolamento definito Ccd (Colony collapse disorder). L’allarme negli USA è scattato almeno nel 2003; da allora la strage continua. E si allarga.
Perché? un’unica causa?. Semmai molteplici concause. L’inquinamento (di aria, acqua e suolo), i cambiamenti climatici repentini e prolungati, che avrebbero influito negativamente sulla disponibilità e sulla qualità dei pascoli e dell’acqua. Per quanto riguarda l’inquinamento, le maggiori responsabilità sono attribuibili all’inquinamento da fitofarmaci e da pesticidi come i neonicotinoidi a base di imidacloprid. Come il Gaucho della Bayer, a detta dell’entomologo Giorgio Celli. La Bayer ha introdotto sul mercato un nuovo prodotto, quando ancora si stanno studiando i suoi effetti sulle api. Per colpa dei telefonini, secondo uno studio condotto dal dottor Jochen Kuhn dell’Università di Landau. Kuhn imputa alla crescita esponenziale dell’inquinamento elettromagnetico il fatto che le api, stordite e sviate dal segnale dei telefonini, perdano il senso dell’orientamento. Ma peggio ancora il caos elettromagnetico favorirebbe alcune malattie come virosi e varroa (malattia causata da un acaro che attacca sia la covata sia l’ape adulta, e la cui diffusione è favorita proprio da queste forme di inquinamento). Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, le maggiori responsabilità sono attribuibili all’andamento sempre più irregolare del clima (periodi siccitosi prolungati, periodi con temperature molto elevate seguiti da repentini ritorni di freddo, temporali intensi) che comporta un’interruzione al flusso normale dei nutrienti necessari alle api per la loro crescita e per il loro sviluppo, indebolendo di conseguenza le difese dell’alveare. Il problema è che così come l’italiana APAT nessuno oggi al mondo è in grado di identificare una sola causa.
Ma tutti sono d’accordo sugli effetti, del resto ben visibili: crollo verticale delle popolazioni di api in tutto il mondo.
Ad oggi sembra che il problema stia rientrando, ma ricordiamoci che occorre intervenire in campo normativo, soprattutto su larga scala per vietare l'utilizzo di tutti quei prodotti chimici che stanno compiendo la strage, per salvare l'ambiente. Ricordiamoci che il minimo cambiamento climatico che per noi significa, aumentare di un grado la temperatura d'inverno, sta facendo una strage presso quei piccoli animali che consideriamo insignificanti.

Einstein: “Se le api dovessero scomparire, al genere umano resterebbero cinque anni di vita”. E come dargli torto, non dimentichiamoci che queste insetti ritenuti da tutti insignificanti contribuiscono al ciclo biologico vitale di quasi l' 80% delle piante sulla terra.

domenica 12 luglio 2009

Copenhagen 2009...Agisci Ora!

Pubblico la lettera integrale presente sul sito di greenpeace, aperta e sottoscrivibile da tutti perchè il presidente del consiglio si decida a prendere sul serio la minaccia del riscaldamento globale.

Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri
Silvio Berlusconi
Voglio farle presente l’importanza che la Sua leadership personale può avere nell’assicurare che la comunità internazionale riesca a salvare il pianeta dalle conseguenze catastrofiche dei cambiamenti climatici.
Alla Conferenza di Copenhagen, nel prossimo dicembre 2009, bisognerà approvare un accordo per salvare il Pianeta dagli impatti irreversibili dei cambiamenti climatici. La Sua leadership è importante perché i negoziati abbiano buon fine.
Lei può dare un forte segnale, impegnandosi ad andare personalmente alla Conferenza di Copenhagen, dando il Suo sostegno a un impegno forte e vincolante per la riduzione delle emissioni di gas serra.
I cambiamenti climatici sono la più grave minaccia che dobbiamo affrontare.
Essi sono causati, per la maggior parte, dalle emissioni dei Paesi industrializzati (responsabili del 40% delle emissioni globali pur contando solo il 13% della popolazione mondiale). La mancanza di azione da parte dei Paesi più ricchi mette a rischio la vita di milioni di persone. I cambiamenti del clima potranno devastare i sistemi economici e causare estinzioni di massa di specie viventi. Già adesso la perdita dei ghiacci nell’Artico e in Antartide ha superato le previsioni scientifiche peggiori e le isole meno elevate rischiano di essere sommerse dal mare, forzando alla migrazione intere popolazioni. Quando i terreni fertili verranno colpiti dalla siccità o dalle alluvioni, la sicurezza alimentare di miliardi di persone sarà a rischio. E la stessa Italia non sarà immune da gravi conseguenze sul proprio territorio.
L’impatto dei cambiamenti climatici non è una minaccia nel lontano futuro: è una minaccia reale, già presente. Essendo uno dei leader del G8, Lei è responsabile del destino di miliardi di persone, di specie viventi e del pianeta come noi lo conosciamo. È per questo che Le chiedo di ribadire l’impegno a combattere con determinazione i cambiamenti del clima, con la guida dalle analisi della comunità scientifica, sostenendo un accordo forte, equo e legalmente vincolante a Copenhagen. Le scelte politiche possono essere complicate, ma quelle esistenziali sono semplici. Quella che abbiamo di fronte è la più grave crisi ambientale della storia umana.
A tal fine, i Paesi industrializzati dovrebbero impegnarsi a:
- mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi centigradi, rispetto ai livelli preindustriali, per evitare i cambiamenti climatici catastrofici;

- far sì che le emissioni globali di gas serra raggiungano il picco entro il 2015 per poi essere ridotte drasticamente, scendendo il più vicino possibile a ZERO entro il 2050;
- ridurre entro il 2020 le proprie emissioni almeno del 40% rispetto ai livelli del 1990;
- investire nei Paesi in via di sviluppo risorse finanziarie pari ad almeno 110 miliardi di euro all’anno (fino al 2020) per le attività di transizione verso le risorse rinnovabili, protezione delle foreste e adattamento ai cambiamenti climatici;

- bloccare la deforestazione, e le emissioni ad essa associate, in tutti i Paesi in Via di Sviluppo entro il 2020, e già entro il 2015 nelle aree prioritarie come l’Amazzonia, il bacino del Congo e la foresta del Paradiso in Indonesia;

- impedire che false soluzioni come l’energia nucleare e la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS) diano diritto a sconti nella riduzione delle emissioni;

- includere i settori del trasporto aereo e marittimo, con emissioni elevate e crescenti, tra quelli soggetti alla riduzione delle emissioni di gas serra.

Ringraziandola per l’attenzione, Le porgo i miei più cordiali saluti.


Un'impegno a favorire un forte accordo per combattere i cambiamenti climatici. Copenhagen è l'ultima chiamata per impedire che la temperatura media della Terra aumenti di più di 2 gradi, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per gli abitanti del pianeta

domenica 21 giugno 2009

Riduzione del 40% di CO2 entro il 2020 e fondi per i paesi in via di sviluppo.

Ormai in questo mondo, dove sono a rischio molte certezze, (la democrazia, la certezza della pena, la libertà di informare ecc..), penso che il punto principale su cui ci si deve soffermare è il nostro clima che cambia. Prima ancora di lottare per avere i nostri diritti nell'immediato futuro si ci deve chiedere se ci sarà un futuro.
In occasione di negoziati di Bonn per il clima (1-12 Giugno), Greepeace, Legambiente e il WWF hanno inviato al ministro Prestigiacomo un documento, con le richieste per un'accordo sul clima. La notizia non è stata ritenuta di interesse nazionale, forse dovrebbero esserlo i contenuti del documento.


" Questi alcuni dei punti - sottoposti all’attenzione della Prestigiacomo – che secondo Greenpeace, Legambiente e WWF dovranno essere contenuti nel nuovo accordo internazionale sul Clima:
- riduzione dei gas a effetto serra di almeno il 40 per cento entro il 2020 da parte dei paesi industrializzati;
- calo del 15-30 per cento delle emissioni dei paesi in via di sviluppo rispetto agli scenari tendenziali;
- fondi per almeno 110 miliardi di euro l’anno messi a disposizione delle economie ricche per finanziare la lotta alla deforestazione, l’adattamento e il trasferimento delle tecnologie pulite nel sud del mondo".

Non mi stancherò mai di ricordare come il mondo sta cambiando, radicalmente in peggio. Ogni ecosistema è turbato dalla presenza dell'uomo che lo sfrutta senza preoccuparsi delle conseguenze, milioni di persone a causa di questo rischiano di morire per scarsità di cibo e acqua e milioni di specie animali rischiano di estinguersi.
Il mondo non è come un'auto usato che potremo sempre rottamare, ne abbiamo solo uno.

Il mio interesse è nel futuro, perché è lì che ho intenzione di spendere il resto della mia vita.
- Charles F. Kettering -

martedì 9 giugno 2009

La Terra muore ma noi siamo troppo occupati.

Domani potrebbe essere troppo tardi. Dovrebbe essere il principale problema, ma nessuno se ne accorge, nessuno ne parla. Inesorabile la natura scompare e inesorabile la nostra indifferenza giorno dopo giorno cammina di pari passo.
Sono sicuro che molti di voi non hanno visto il documentario Home nella giornata mondiale per l'ambiente, troppo occupati a vivere una vita felice, forse un giorno fra non molti anni non ci sarà più una vita.

" Il 20% della popolazione mondiale consuma l'80% delle risorse sulla terra"

" Nel mondo si investono 12 volte più ricchezze in esperimenti militari che in sviluppo del territorio"

" 5,000 persone ogni giorno muoiono a causa di mancanza d'acqua"

" 1 Miliardo di persone non ha accesso ad una sicura fonte d'acqua potabile"

" Ogni anno 13 milioni di ettari di foresta scompaiono"

" Un mammifero su 4, un'uccello su 8, un anfibio su 3 sono in via di estinzione"

" La temperatura media degli ultimi 15 anni è la più alta che si ricordi"

" La calotta glaciale e del 40% più sottile di 40 anni fa"

" 11 delle città più grandi del mondo sono situate sulla costa, il 70% della popolazione mondiale è a rischio, poiché vivono in queste città"

" Ci saranno circa 200 milioni di rifugiati a causa dei cambiamenti climatici nel 2050"



venerdì 5 giugno 2009

5 Giugno giornata mondiale dell'Ambiente

Oggi Venerdì 5 giugno 2009 si celebra il World Environment Day (WED), ovvero la Giornata Mondiale dell'Ambiente. Giunto alla sua 37esima edizione, l'appuntamento istituito dalle Nazioni Unite ha quest'anno per tema ''Your Planet Needs You! UNite to Combat Climate Change".
" Il World Enviromental day è stato istituito nel 1972 dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano del 16 giugno 1972, nel corso della quale prese l’avvio il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (U.N.E.P. United Nations Environment Programme). L’evento si celebra il 5 giugno di ogni anno e si pone come obiettivo principale quello di focalizzare l’attenzione del mondo della politica e dell’opinione pubblica mondiale sulla grande importanza rivestita dall’ambiente".
Il nostro compito è senz'altro quello di rispettare nel nostro piccolo quanto più possibile il pianeta, ma spesso ci dimentichiamo di questo, ci comportiamo come se vivessimo in casa di un'altro, una casa in cui non dovremo mai pagare le conseguenze di quello che facciamo, non è così.
Meglio di queste due righe può parlare il video HOME di Yann-Arthus Bertrand e Luc Besson sui cambiamenti ambientali del nostro Pianeta.
Una piccola nota conclusiva noi Italiani siamo sempre l'ultima ruota del carro, il video è disponibile in ENG-ESP-DEU-FRA...indovinate quale lingua manca?

domenica 17 maggio 2009

Alzare la testa e pensare al futuro

Prendo spunto dalle parole di David Icke, per far capire quanto queste siano vere oggi, soprattutto nella nostra realtà. Icke parla di illuminati, che ci sia o no una società segreta di questo tipo, poco importa, come li si voglia chiamare, il suo discorso va al di là di questo, è un discorso di libertà. Chi se non i rappresentanti della nostra casta possono oggi essere definiti così "illuminati", non in quanto società segreta ma in quanto detentori del potere e quindi vertice piramidale ormai da molti anni, (in Italia ci sono senatori che sono li dal dopoguerra). Noi divisi e delusi non facciamo altro che combatterci tra di noi ideologicamente e pian piano ci lasciamo sfuggire il mondo dalle mani e permettiamo che ci censurino o che "distruggano" mediaticamente giornalisti coraggiosi che predicano la verità, non un' ideologia ma la semplice verità dei fatti.

“Una delle cause che dobbiamo eliminare è il modo in cui ci lasciamo dividere e soggiogare sulla base delle nostre diverse appartenenze religiose, razziali, politiche, sociali, e di una serie praticamente infinita di conflitti e divisioni. Se una delle cause principali del controllo sul genere umano è la divisione, allora per rimuoverla non dobbiamo fare altro che UNIRCI. Non saremo mai d'accordo su tutto, ne dovremo esserlo. Che mondo noioso se lo fossimo. Ma ciò non significa che non possiamo unirci sulla base di ciò che condividiamo e fondere le nostre forze per proteggere e ripristinare le libertà che riguardano tutti. Destra, sinistra, neri, bianchi, cristiani, musulmani o ebrei, tutti siamo vittime. Finché le persone non smetteranno di ingaggiare tra loro delle arroganti e inutili battaglie per la superiorità, saremo tutti divisi e soggiogati in una versione globale della Germania fascista o della Russia e della Cina comuniste. Non importa quale sia la vostra religione, la vostra razza o la vostra fede politica. Qualunque esse siano avete il diritto di crederci e, per quanto mi riguarda, potete fare quello che volete, purché non cerchiate di imporre agli altri la vostra volontà e le vostre convinzioni. Ciò che mi sta a cuore è il diritto di ognuno a seguire liberamente il proprio percorso all'interno di questa Grande Illusione che chiamiamo mondo "fisico . Ma perché ognuno di noi sia veramente libero, TUTTI dobbiamo essere veramente liberi. Quando un'altra persona perde la propria libertà è come l'avessimo persa anche noi. L'uccisione di un bambino in Afganistan non è meno grave dell'uccisione di un bambino di New York, o viceversa. Di questo siamo tutti responsabili e dobbiamo maturare insieme e unire le nostre forze. Il numero delle persone che esercitano consapevolmente la propria manipolazione al servizio degli Illuminati è solo una piccolissima parte della popolazione mondiale. Costoro raggiungono i propri obiettivi solo grazie al nostro consenso e la nostra cooperazione, favoriti dall'interesse egoistico, dall'ignoranza o dall'apatia. Le piramidi del controllo esistono solo perché noi vogliamo farle esistere. Il poter di una piramide sta alla sua base, non al suo vertice, eppure di questo sembriamo non accorgerci. Gli illuminati stanno lassù solo perché noi vogliamo che stiano lassù. La nostra relazione deve essere pacifica perché rispondere alla violenza con la violenza e all'odio con l'odio rende quelle che protestano identici a quelli contro cui protestano. Si diventa ciò che si combatte, per cui noi non dobbiamo assolutamente combattere gli Illuminati ma cessare di cooperare con loro. Il rifiuto pacifico e compatto a cooperare con il sistema di controllo e di dittatura è di gran lunga il mezzo più efficace per rovesciare quei gruppi di potere. Invece di combattere contro le piramidi, noi dobbiamo voltar loro le spalle e osservarle mentre cadono su se stesse, una volta che la cooperazione non le sostiene più. Non possiamo più giustificare la nostra inazione sulla base della mancanza d'informazioni. Cosa volete -- cosa vogliamo -- fare a questo punto? E' questa la domanda che ognuno deve porsi se vuole evitare che si crei quel campo di concentramento globale, quella schiavitù generalizzata, che si manifesta, ogni giorno sotto ai nostri occhi“.

mercoledì 22 aprile 2009

Earth-day


L'Earth Day fu celebrato a livello internazionale per la prima volta il 22 Aprile 1970 oggi come allora è la giornata in cui 174 Paesi in tutto il mondo si ricordano del pianeta sul quale vivono, un pianeta che va difeso e conservato. La giornata della Terra vuole sensibilizzare l’opinione pubblica nella tutela del pianeta.
Gli obiettivi della trentanovesima edizione sono quelli di promuovere un futuro a zero emissioni e tutte energie rinnovabili (non il nucleare), insegnare la cultura del risparmio energetico e convincere i Paesi ad attuare una economia basata sull’energia pulita. Per raggiungere questi scopi in tutto il mondo si creano iniziative, si propongono film (oggi esce nei cinema italiani Earth) e si mettono in onda trasmissioni tematiche.
Un piccolo contributo di tutti noi è quello di ricordare il pianeta in cui viviamo. Scrivete sul vostro blog, scrivete qualche riga sul vostro social network preferito. Adottate qualche piccolo accorgimento per ridurre l'inquinamento, sensibilizzate chi vi sta intorno.
Questo non è un discorso politico, la salvaguardia dell'ambiente non ha partiti, riguarda noi tutti indistintamente.
"Abbiamo la Terra non in eredità dai genitori, ma in affitto dai figli"
Proverbio Indiano

martedì 21 aprile 2009

Nucleare?...NO Grazie.

Era il 1987 quanto chiamati a votare 20 milioni, ( 20 milioni ) di Italiani, hanno votato No al Referendum sull'energia nucleare in Italia, nei giorni scorsi invece il comitato affari PDL e PD, hanno deciso che in Italia si faranno le centrali nucleari.
E perché?, scusate ma la volontà degli Italia non conta, che si faccia un'altro referendum, che la popolazione decida quello che vuole. Ma soprattutto che si faccia vera informazione sul Nucleare.
Questo è quello che non vi dicono sull' Energia Nucleare:

- La quantità di tutto l’uranio estraibile è nell’ordine dei 3,5 milioni di tonnellate. Dal momento che il consumo attuale è di 70.000, basteranno 50 anni per esaurire tali scorte, (considerate che ci vogliono almeno 10-12 anni per costruire una centrale nucleare).

- L’uranio diventerà tra non molto una merce rara: in questi ultimi quattro anni, il prezzo dell’uranio è salito di circa 20 volte, senza che ci sia stato alcun aumento della richiesta.

- Un tipico reattore nucleare produce annualmente circa 30 tonnellate di scorie che corrispondono una volta riprocessate a 4 mc di materiale. Le scorie a bassa e media attività restano pericolose per circa 300 anni, quelle ad alta attività ( che costituiscono solo il 3% del volume totale), ma rappresentano il 95% della radioattività, mantengono la loro carica mortale per molte migliaia di anni ( fino a 250.000).

In tutto il mondo, non si fa altro che parlare di energia pulita, solo per fare qualche esempio, Obama, si è fatto promotore di politiche energetiche che rispettino l'ambiente, all'interno delle facoltà di Ingegneria Nucleare, si studia pochissimo il principio di fissione nucleare,( delle attuali centrali) dando più spazio all'evoluto campo delle centrali a Fusione nucleare (che sfruttano lo stesso principio del sole). Per non parlare delle fonti alternative, come fotovoltaico o energia eolica solo per citare i più conosciuti.
In Italia non abbiamo bisogno, di grandi quantità di energia, ma di ridurre lo spreco di quella che produciamo, costruendo case all'avanguardia che evitino la dispersione di calore, che abbiano un sistema di raccolta e filtraggio dell'acqua piovana, che siano provviste di pannelli solari, che utilizzino lampadine a basso consumo.
E poi, una considerazione mi viene in mente, visto gli attuali sconvolgimenti in Abruzzo. Io non sono certo un'esperto di questo campo e potrei sbagliarmi, ma è sicuro costruire centrali nucleari in un paese che ha l' 80% del suo territorio a rischio sismico?
Concludo lasciandovi il link di un video, perché tutti sappiamo cosa può succedere nel caso di un'errore umano, ( azzardato test di sicurezza), perché tutti dobbiamo ricordarci gli orrori accaduti da quel giorno, il 26 aprile 1986.

Per non dimenticare.